FOLIGNO – 'Schifo' di Robert Schneider, tra immigrazione e rapporti d’odio andrà in scena domenica 7 aprile alle 18.15, allo Zut di Foligno, per la stagione teatrale ‘Re: act, domande
e risposte del teatro contemporaneo’. Lo spettacolo,
per la regia di Antonio Bannò, è vincitore del Premio Scintille 2018. Questo appuntamento in collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria, sarà arricchito dal progetto di incontri fra artisti e spettatori a cura di Teatro Critica.
Una lancinante e lucida accusa, questo monologo scritto quasi venticinque anni fa dal drammaturgo austriaco Robert Schneider, in cui viene messa sotto i riflettori una società marcia, che invece di accusare se stessa non esita ad attribuire agli altri, a quelli che non le appartengono, agli Stranieri, la colpa della propria profonda sporcizia. Uno spettacolo che parla principalmente di immigrazione, di rapporti d’odio tra popoli con diverse culture che si trovano costretti a coabitare, di xenofobia. Ma non è solo questo. Schifo ci racconta la situazione dell’Uomo solo ed emarginato in un Mondo che gli è tanto natio quanto estraneo, tanto indispensabile quanto avverso. La messa in scena comincia ben prima dello spettacolo, con un uomo che si aggira mesto per il foyer, cercando di vendere le sue cinquanta rose. Quell’uomo è lo stesso che il pubblico ritroverà poco più avanti in una posizione differente, seduto davanti al pubblico a parlare come se guardasse nello specchio. Un monologo più che intimo, un soliloquio con se stessi alla ricerca di una risposta, di una giustificazione alla miseria che ci circonda. Un viaggio nella mente colpevole di un uomo innocente.
Un uomo, interpretato da Kabir Tavani, entra in scena da solo e si siede davanti a uno specchio immaginario; accanto a lui un vaso pieno di rose rosse. Comincia a parlare. Dice di chiamarsi Sad, ma forse mente. Dice di essere un disertore iracheno, partito da Basra e arrivato in una sconosciuta cittadina della Germania per studiare la filosofia occidentale. Oggi vive in uno squallido appartamento con il suo amico egiziano Nabil ed è un immigrato illegale, come ce ne sono tanti. Ogni sera percorre a piedi dodici chilometri, entra in cinquantotto locali e cerca di vendere le sue cinquanta rose rosse. Lo fa per sopravvivere. Ama la lingua del paese che lo ospita, ama i suoi artisti e i suoi pensatori. Eppure tutto quello che della Germania lo aveva affascinato e che aveva studiato in Iraq, qui non gli serve a niente. La lingua che sente parlare non è quella che ha apprezzato e immaginato: è zoppa, imbestialita. E così pure la società in cui è venuto a vivere è zoppa e imbestialita. La colpa non può che essere sua e di tutti quegli stranieri, immigrati regolari e irregolari, che come lui ogni giorno infangano e insudiciano questa terra tanto grande. Se lo sente ripetere e ci crede, alla fine. Ci crede così tanto da dire al suo pubblico come trattare quali come lui, arriva perfino ad urlarglielo. Non può fare altro che mettersi dalla parte degli xenofobi, degli uomini e delle donne occidentali dai capelli chiari e dalle mani bianche che loro malgrado devono tollerare la presenza di Sad e degli altri inutili parassiti, violenti, incivili e buoni a nulla. Lui l'extracomunitario, lo straniero che vende rose ai quarantenni tedeschi, non è degno di sedersi sulle panchine tedesche, non è degno nemmeno di usare i gabinetti pubblici tedeschi. È sporco, qualcosa che fa schifo, che insozza e va disprezzato, insultato, lavato via, eliminato, ucciso. Sad è un vigliacco, assuefatto all’inferiorità di cui si sente costantemente accusato e disposto a tutto per di trovare il suo posto in un mondo che lo emargina, ma nel frattempo continua a sfruttarlo.
Per prenotazioni: biglietteria@teatrostabile.umbria.it
Tel. 07557542222 (giorni feriali dalle 16 alle 20). (biglietto intero € 10, ridotto € 7).
Per maggiori informazioni BIGLIETTERIA ZUT – (orario 15-18)
t. 389 0231912; spaziozut.organizzazione@gmail.com - spaziozut@gmail.com
www.spaziozut.it