TERNI - Una stagione composta da quattordici appuntamenti, alcuni dei quali verranno replicati, per via dei soli 300 posti disponibili del Teatro Secci. Il cartellone teatrale realizzato dal Teatro Stabile dell'Umbria in collaborazione con il Comune di Terni, infatti, quest'anno si trasferirà al Secci a causa dei lavori che interesseranno il Teatro Verdi. Comunque nonostante il relativo piccolo spazio del teatro Secci non si rinuncerà ad una stagione di qualità con dieci spettacoli di prosa e quattro di danza.
Ad iniziare sarà Monica Guerritore l'11 ottobre con una performance evento, in cui la poliedrica attrice rivisita i maggiori passi della poesia italiana dall'inferno ...all'infinito. A chiudere penserà invece Paolo Poli con Favole, sulla fiaba più famosa di Collodi. Per quanto riguarda la rassegna Umbria in Danza, quattro spettacoli a partire da gennaio, con una scadenza di un appuntamento al mese, si avvicenderanno passando dal balletto classico de La morte del cigno alla prima assoluta del pugliese contemporaneo Mauro de Candia Untitled figures. Un cartellone veramente per tutti i gusti.
giovedì 11 e venerdì 12 novembre - ore 21
Argot produzioni
DALL'INFERNO....ALL'INFINITO
performance evento di Monica Guerritore
da Dante Alighieri ad altri grandi poeti
Monica Guerritore coinvolge, in un rapporto quasi carnale, il pubblico attraverso i versi appassionati di Dante e di altri grandi.
“Nelle bellissime parole di Wagner la forza della musica (che accompagna tutta la performance) diventa motore emotivo e precede, accompagna e amplifica il tormento delle passioni amorose, di abbandono, di ferocia come nel canto del conte Ugolino. Di abissi naturali che portano in scena anche figure materne e paterne, Pasolini, Morante. Tutto rende la ricerca e il racconto interiore e poetico di Maestri lontani tra loro per epoca, un'unica grande anima che racconta le infinite vie della testimonianza del Sé. Nella mia intenzione il desiderio forte di sradicare parole , testi, versi altissimi dalla loro collocazione “conosciuta” per restituir loro un “senso” originario e potente.” Monica Guerritore.
Martedì 30 novembre e mercoledì 1 dicembre - ore 21
Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna
Emilia Romagna Teatro Fondazione-Teatro Stabile Pubblico Regionale
in collaborazione con Estate Teatrale Veronese
SHYLOCK
Il Mercante di Venezia in prova
di Roberto Andò e Moni Ovadia da William Shakespeare
con Moni Ovadia e Shel Shapiro
regia Roberto Andò e Moni Ovadia
con Moni Ovadia e Shel Shapiro
e con Ruggero Cara, Lee Colbert, Roman Siwulak, Maksym Shamkov, Federica Vincenti
e Moni Ovadia Stage Orchestra: Luca Garlaschelli (contrabbasso), Massimo Marcer (tromba), Albert Florian Mihai (fisarmonica), Vincenzo Pasquariello (pianoforte), Paolo Rocca (clarinetto)
scene Gianni Carluccio
costumi Elisa Savi
luci Gigi Saccomandi
suono Mauro Pagiaro
Attraverso la vicenda del Mercante di Venezia, Moni Ovadia affiancato da un ricco cast di musicisti, attrici e attori, dà il via a riflessioni sull’antisemitismo e sulla storia, sul denaro e sul teatro, con suggestioni che spaziano dalla cultura ebraica a quella pop, grazie anche a un variegato repertorio di celebri canzoni inserite in quello che viene considerato uno dei testi più densi e affascinanti di William Shakespeare. In scena, nel ruolo di Shylock, un interprete di eccezione, il mitico leader dei The Rokes Shel Shapiro, approdato con successo negli ultimi anni sulle scene teatrali.
“Parlare di argomenti dolorosi facendo spettacolo, tra rito, musica, canzoni, commedia e tragedia, è la difficile impresa riuscita a Moni Ovadia… Lo spettacolo muove in un clima di teatro nel teatro partendo da Shakespeare per unire Kantor al rock, al cabaret, a un grottesco felliniano, aprendo straordinari panorami di interpretazione del testo.”. Magda Poli, Corriere della Sera
giovedì 9 dicembre - ore 21 - fuori abbonamento
Ultima luna/Teatro Invito
UNA QUESTIONE DI VITA E DI MORTE
Veglia per E.E.
di e con Luca Radaelli
accompagnamento musiche e canto Marco Belcastro
con il prezioso contributo di Beppino Englaro e del suo libro “Eluana. La libertà e la vita”
“In tutte le culture, la morte è un fatto naturale. Dall’Irlanda all’isola di Bali, dalla Calabria alle steppe russe, le comunità si riuniscono a vegliare il morto con canti e racconti, mangiando o ubriacandosi.
Noi vogliamo riprendere questa tradizione: proporre una veglia, laica, anche per chi non ha avuto questa possibilità.
Nel caso Englaro abbiamo assistito a una sorta di veglia mediatica a reti unificate, dove la polemica sostituiva la pietà. Addirittura c’è chi ha parlato di cultura della vita opposta a cultura della morte.
Viviamo in una società che vende modelli di giovinezza e prestanza e la morte cerca di dimenticarla, occultarla, esorcizzarla.
Vogliamo invece parlarne. Citando Dante, Shakespeare, Sofocle (Beppino Englaro, come Antigone, sfida la ragion di stato per amore). Vogliamo riflettere attraverso canti, letture, brani poetici. Per capire come vita e morte sono le due facce della stessa medaglia.” Luca Radaelli
Mercoledì 15 e giovedì 16 dicembre - ore 21 - in abbonamento
Venerdì 17 dicembre - ore 21 - fuori abbonamento
Indie Occidentali
COL PIEDE GIUSTO
una commedia di Angelo Longoni
con Amanda Sandrelli, Blas Roca Rey, Eleonora Ivone, Simone Colombari
regia Angelo Longoni
scene Alessandra Panconi e Leonardo Conti
Una notte di pioggia, un temporale. Una strada provinciale, buia, poco battuta.
Un uomo al volante della sua auto. Un altro uomo a piedi che attraversa la strada. Un incidente. Il guidatore dell’auto è terrorizzato e fugge.
Da questo tragico incipit, con i toni della commedia all’italiana più graffiante, prendono il via una serie di capovolgimenti, di imbrogli e di finzioni.
“Col piede giusto è costruita impeccabilmente e offre rovesciamenti e sorprese fino alla conclusione, ma ancora più che in questo valido artigianato i suoi meriti si trovano nella convincente costruzione dei caratteri dei personaggi, tra i quali la vedova, una proletaria romana sospettosa, aggressiva e spassosamente sguaiata, nella cui volgarità Amanda Sandrelli si cala con molto gusto.” Masolino D’Amico, La Stampa
Domenica 9 e lunedì 10 gennaio - ore 21 - in abbonamento
Martedì 11 gennaio - ore 21 - fuori abbonamento
Teatro Stabile dell'Umbria/Compagnia Il Mercante
con il sostegno alla produzione di Romaeuropa Festival
UN SOGNO NELLA NOTTE DELL’ESTATE
di William Shakespeare
uno spettacolo di Massimiliano Civica
con Elena Borgogni, Valentina Curatoli, Nicola Danesi, Oscar De Summa, Mirko Feliziani, Riccardo Goretti, Armando Iovino, Mauro Pescio, Alfonso Postiglione, Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Diego Sepe, Luca Zacchini
costumi Clotilde
oggetti di scena Paola Benvenuto
maschere Atelier Erriquez & Cavarra
tecniche del corpo Alessandra Cristiani
tecniche della voce Francesca Della Monica
supervisione tecniche di ventriloquismo Samuel Barletti
Il Teatro Stabile dell’Umbria produce questo nuovo lavoro di Massimiliano Civica, giovane regista che con il suo Mercante di Venezia, ha ottenuto il Premio Ubu per la regia 2008 e che è valso agli attori della compagnia il Premio Vittorio Mezzogiorno 2009.
Spinto dall’esigenza di intraprendere un percorso capace di portare verso un teatro popolare d’arte, che sappia coniugare realtà, rigore, illusione e magia, l’artista ha scritto una nuova traduzione de Il sogno che costituirà un’assoluta novità per il teatro italiano.
Attraverso tecniche e invenzioni che non mancheranno di incuriosire il pubblico e avvalendosi di un numeroso cast di giovani attori, Civica metterà in scena ciò che resiste a qualsiasi tentativo di rappresentazione: il mondo degli spiriti, fate ed elfi che corrono per i boschi, il chiaro di luna dentro una sala teatrale. L’invisibile, insomma.
Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Andrea Cambi.
lunedì 7 e martedì 8 febbraio - ore 21
Nuovo Teatro
LA NOTTE POCO PRIMA DELLA FORESTA
di Bernard-Marie Koltès
traduzione Luca Scarlini
con Claudio Santamaria
regia Juan Diego Puerta Lopez
musica originale Giuliano Sangiorgi
scene Carmine Guarino
opera installativa Loredana Longo
Claudio Santamaria popolare attore, protagonista di film di successo, affronta in teatro questo intenso testo di Bernard-Marie Koltès.
Uno straniero cerca di riconoscersi in un mondo diverso dove emergono il ricordo, la nostalgia, la rabbia… la pioggia come elemento simbolico che ritorna sempre. Un mondo “notturno” ricreato attraverso immagini video proiettate, una vera e propria installazione virtuale che restituisce un senso di visionarietà allo spettacolo. Un viaggio di parole e gesti che trattengono nell’aria la poetica del grande scrittore.
“Il protagonista si muove fra laterizi e calcinacci con la violenza e la poesia degli emarginati di razza... Con passione e capacità al centro di una buona lettura... Bravo Santamaria. Un gran notturno il suo, popolato di fantasmi.” Rita Sala, Il Messaggero
Martedì 22 e mercoledì 23 febbraio - ore 21 - in abbonamento
Giovedì 24 febbraio - fuori abbonamento
Michela Signori, Jolefilm 2010
ITIS Galileo
di Francesco Niccolini e Marco Paolini
con Marco Paolini
“Come mai quattrocento anni dopo Galileo per fare l’oroscopo continuiamo a scrutar le stelle come fossero fisse, che cielo usiamo, quello di Copernico o quello di Tolomeo? ITIS Galileo è teatro no profet. È l’occasione per ragionare di scienza mal digerita sui banchi di scuola, di argomenti ben portati da filosofi, maghi, preti e scienziati circa il modo di immaginare l’universo, di spiegare l’attrito e di far l’oroscopo. Galileo Galilei e gli altri: Claudio Tolomeo e Niccolò Copernico, Tycho Brahe e Giovanni Keplero, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, Gneo Giulio Agricola e Andrea Vesalio. Forse non tutti sempre nella stessa sera e nello stesso ordine perché la forma scelta è quella di un racconto aperto con parti di dialogo e lettura sopra alle cose che legano Galileo a Einstein e ce li rendono vicini, anche se a molti di noi non riesce di capire proprio bene bene cosa stanno dicendo. Però ci piacerebbe e forse val la pena di provarci, anche a teatro”. Marco Paolini
Sabato 12 e domenica 13 marzo - ore 21
Emilia Romagna Teatro - Teatro di Roma - Teatro Metastasio
FINALE DI PARTITA
di Samuel Beckett
con Vittorio Franceschi e Milutin Dapcevic, Diana Hobel, Antonio Giuseppe Peligra
regia Massimo Castri
Nella sua lunga ed eccellente carriera Massimo Castri non si era mai confrontato con il genio della drammaturgia irlandese Samuel Beckett: lo fa qui scegliendo il suo testo più ‘teatrale’ Finale di partita, il cui titolo deriva da una mossa del gioco degli scacchi.
“Al suo primo confronto con l’autore irlandese, Massimo Castri rimane sostanzialmente fedele al copione, e al tempo stesso strappa Beckett a Beckett, lo sposta verso una maniacalità quasi bernhardiana, come a sancire il superamento di certi traumi novecenteschi individuando invece nella paura della realtà, nella chiusura verso l’esterno una più adeguata chiave di lettura della nostra epoca. Bella e indicativa la scena di Maurizio Balò, ottima l’interpretazione di Vittorio Franceschi e Milutin Dapcevic, che mescolano un cupo delirio a una torva comicità, mentre Diana Hobel e Antonio Giuseppe Peligra danno ai genitori un livido risalto burattinesco.”
Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore
venerdì 25 marzo - ore 21- fuori abbonamento
sabato 26 e domenica 27 marzo - ore 21 - in abbonamentoEmilia Romagna Teatro
FREDDO
di Lars Norén
traduzione di Annuska Palme Sanavio
con Angelo Di Genio, Michele Di Giacomo, Alessandro Lussiana, Federico Manfredi
regia Marco Plini
scene e costumi Claudia Calvaresi
Nel segno di una pregnante attualità, Freddo del drammaturgo svedese Lars Norén affronta la questione del razzismo e della xenofobia, temi molto vivi nei paesi scandinavi.
Un testo singolare e militante che narra la storia di tre ragazzi adolescenti che si ritrovano a festeggiare la chiusura dell’anno scolastico in un bosco, in compagnia di qualche birra dando sfogo all’intonazione di cori nazisti.
Ben presto si capisce che i tre amici non sono lì senza un motivo: stanno infatti aspettando Kalle, loro compagno di scuola di origine coreana che è stato adottato da una benestante famiglia svedese. L’arrivo di Kalle innesca un crescendo di tensione e violenza che culminerà nel più tragico degli epiloghi.
Un atto di denuncia, un contributo alla riflessione su una cultura della tolleranza sempre più necessaria per un futuro prossimo.
Sabato 2 aprile e lunedì 4 aprile - ore 21 - in abbonamento
Domenica 3 aprile - ore17 - fuori abbonamento
Produzioni Teatrali Paolo Poli-Associazione Culturale
FAVOLE
2 tempi da Perrault, Beaumont e De Brunhoff
con Paolo Poli
coreografia e aiuto regia Alfonso De Filippis
scene e costumi Emanuele Luzzati
regia Paolo Poli.
Forse non tutti sanno che Collodi, dieci anni prima di scrivere Pinocchio, il suo capolavoro e probabilmente il libro italiano più famoso nel mondo, raccolse e tradusse in un volume, "I racconti delle fate", le fiabe di Perrault e di M.me le Prinoc Beaumont, riuscendo a trasferire la corte del re Sole, con il suo seguito luminoso, in una Toscana insieme granducale ed umile. Queste favole, che formano il tesoro della tradizione popolare, hanno avuto fortuna in ogni tempo, passando dalla tradizione orale alla letteratura scritta e da questa arrivano oggi in teatro grazie al genio dell’ eclettico e virtuoso attore fiorentino, Paolo Poli.
Sabato 15 gennaio, ore 21
BALLETTO TEATRO DI TORINO
CARAVAGGIO
un balletto di Matteo Levaggi
musica originale Giovanni Sollima
una produzione Balletto Teatro di Torino, Festival TorinoDanza, Festival Internazionale di Balletto di Genova Nervi.
Astratto da propositi narrativi, il balletto porta in scena, le luci e le ombre di Caravaggio in una straordinaria visione carnale e plastica, violenta e poetica. Giochi di luce e di corpi e di forme libere di costruirsi nella musica come nello spazio.
“…Otto danzatori, guizzano arditamente nel fiume musicale, in soli, duetti e insiemi, intenti a dispiegare eleganti tracciati di pura danza, disegnata con mano sicura, intensa e seducente come le tele carnali, muscolari, sensuali di Michelangelo Merisi, a tutti meglio noto come il Caravaggio…”. Elisa Guzzo Vaccarino, Ballett2000.
Giovedì 3 febbraio, ore 21
COMPAGNIA VIRGILIO SIENITRISTI TROPICI
Ideazione, coreografia, scene e luci Virgilio Sieni
musiche originali Francesco Giomi
produzione 2010 La Biennale di Venezia - Spielzeit'europa I Berliner Festspiele - Bitef Theatre Belgrade, in coproduzione con Biennale de la Danse de Lyon - Teatro Stabile di Napoli - Compagnia Virgilio Sieni
Lo spettacolo è liberamente ispirato a Tristes Tropiques di Claude Lévi Strauss. Virgilio Sieni mette in scena figure che appaiono da lontano come aloni non definiti, visioni opache, vicine e dipendenti, coppie che "si stringono nella nostalgia di un'unità perduta". Lo spettacolo di sviluppa in tre parti in cui le apparizioni femminili sono individuate come una presenza "penultima", secondo un percorso tripartito tra vicinanza animale, tenerezza trasmessa, nostalgia rimasta che alimentano il senso di quello che l'etnologo definisce "l'opportunità perduta dell'Occidente di restare femmina". Tristi tropici apre all'agonia e al richiamo abbagliandoci di eterna nostalgia, lasciandoci intravedere la sedimentazione del rito nel suo divenire gesto tra animalità e umanità.
BALLETTO DELL’ESPERIA
TRITTICO
LA MORTE DEL CIGNO
coreografia di Thierry Malandain
L’APRÈS-MIDI D’UN FAUNE
coreografia di Eugenio Scigliano
I QUATTRO TEMPERAMENTI
coreografia di Paolo Mohovich
Tre capolavori del balletto del ‘900 per tre coreografi contemporanei. Due i denominatori comuni dello spettacolo: in primo luogo l'esaltazione della musicalità delle coreografie, come fu già nelle opere originali: fondamentale è l’apporto della musica, vera e propria colonna sonora dei tre balletti, i cui movimenti divengono tutt’uno con le partiture e ne sposano la ricchezza compositiva grazie ad una danza che, con declinazioni e stili diversi, privilegia comunque sempre il movimento, la plasticità, ma anche l’importanza del singolo gesto. Secondo punto in comune è la netta distinzione tra danza maschile e danza femminile: il trio femminile (La morte del cigno) e il duo maschile (L’après-midi d’un faune di Eugenio Scigliano) esaltano ognuno a modo suo le particolarità e le caratteristiche di ogni sesso, da un lato dunque le sfumature di grazia e bellezza, dall’altro quelle di forza ed energia. Anche il brano di Mohovich, danzato da tutta la compagnia, è tutto giocato sulla netta contrapposizione tra danza femminile e danza maschile, tra apollineo e dionisiaco.
PNEUMA DANCE THEATER
POETICHE DEL CORPO
Ideazione e coreografie: Mauro de Candia
UNTITLED FIGURES-prima assoluta
musica: Max Richter
Con i Solisti dello Stuttgart Ballet
BLACK GARDEN-nuovo allestimento
musica: Crumb, Pärt, Gorecky
con la Pneuma Dance Theater
una produzione Stuttgart Ballet e Pneuma Dance Theater, con il sostegno del Teatro Stabile dell’Umbria.
Trentenne, Mauro de Candia rappresenta una delle personalità italiane più brillanti dell’ultima generazione in Europa; pugliese di origine, si è formato presso l’Accademia Grace di Montecarlo ed è quindi entrato a far parte del Balletto dell’Opera di Hannover, personalità forte e dal movimento plastico interpreta i lavori dei più grandi maestri del nostro tempo: Kylian, Ek, Béjart, Forsythe, Naharin. Il suo esordio nella coreografia è avvenuto ancora giovanissimo, finché, sulla spinta dei successi ottenuti, nel 2008 opta di dedicarsi a tempo pieno alla creazione coreografica, ricevendo commissioni da prestigiose compagnie, festival ed étoile del calibro di Vladimir Malakhov. In prima assoluta per Terni, il dittico Poetiche del Corpo riunisce alcuni ballerini del Balletto di Stoccarda e lo stesso de Candia in uno scintillante programma, dove il rigore tecnico della forte matrice accademica si sposa ad eleganza corporea e spirito ironico.
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