TREVI - Una preziosa testimonianza di pratiche e metodi di lavoro ormai in disuso, ma soprattutto la possibilità di immergersi in un passato povero di risorse materiali ma ricco di dignità e forte identità collettiva. Sono queste le suggestioni che trasmettono le foto del linguista svizzero Paul Scheuermeier, che troveranno esposizione nella mostra “Con Nome e Cognome. Volti e luoghi del Novecento in Umbria” allestita presso il Museo della Civiltà dell’Ulivo di Trevi (PG). L’esposizione sarà aperta al pubblico dal 30 ottobre al 30 dicembre 2010.
L’evento è promosso dal Comune di Trevi ed è a cura della Società Sistema Museo, grazie alla gentile concessione del materiale da parte della CrediUmbria Banca di Credito Cooperativo.L’inaugurazione dell’esposizione è prevista per sabato 30 ottobre alle ore 11,30.
Due gigantografie collocate in piazza San Francesco introducono questo affascinante viaggio ed aprono l’esposizione all’interno del Museo. Gli scatti proposti sono soltanto alcuni tra quelli lasciati da Scheuermeier quando nei primi anni del Novecento compì un lungo itinerario in Italia per redigere un rapporto sui dialetti e le espressioni linguistiche locali. Giunto in Umbria, attraverso suggestivi scatti fotografici, ritrasse con sguardo lucido persone, luoghi e momenti di vita quotidiana di una civiltà strettamente rurale.
Paul Scheuermeier, linguista: "Per l'equipaggiamento del dialettologo ambulante non occorre molto; questo non l'avevo ancora capito quando, subito dopo la guerra, partii per la prima volta con un baule traboccante, una valigia e uno zaino, peggio che se avessi dovuto partire per l'America".
BIOGRAFIA
Paul Scheuermeier nasce a Zurigo nel 1888, città dove studia e ottiene il dottorato nel 1919, anno in cui comincia la sua collaborazione con l'AIS, (Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale) diretto dai suoi maestri Karl Jaberg e Jakob Jud. Per 15 anni percorre l'Italia e la Svizzera italiana fino nei villaggi più sperduti alla ricerca di informazioni sui termini dialettali più arcaici, sulla loro pronuncia e sugli oggetti a cui questi facevano riferimento. Per documentare la realtà rurale di quegli anni scatta centinaia di fotografie. Le sue indagini etnografiche confluiscono, oltre che nell'AIS, in Bauernwerk in Italien, una monumentale opera in due volumi (1943 e 1956), tradotta in italiano nel 1980 col titolo Il lavoro dei contadini: Cultura materiale e artigianato rurale in Italia, nella Svizzera italiana e retoromanza.
Nel corso dei suoi lunghi viaggi, fatti spesso a piedi, Scheuermeier incontra persone che lo toccano nel profondo. I contadini con i quali s'intrattiene per delle ore non sono per lui dei semplici informanti. Sono il ritratto di un'umanità fatto di aneddoti, di povere cene condivise, di rispetto. Il linguista avrebbe potuto anche rivolgersi a persone istruite, ma – come egli stesso scrive – «ho trovato tra gli umili contadini e gli zappaterra italiani dei soggetti formidabili di cui ho potuto ammirare l'intelligenza e la prontezza delle risposte [...] Persino dei vecchi analfabeti mi hanno saputo insegnare quanto l'umorismo innato e l'esperienza di vita vissuta valgano più di una superficiale educazione alla moda e di un'apparente conoscenza obbligatoria».
Orari di apertura della mostra:
10-12.30 / 14.30-17 venerdì, sabato e domenica. Chiusa il 25 dicembre
Per informazioni
Museo della Civiltà dell’Ulivo
Tel./Fax 0742.381628
trevi@sistemamuseo.it
www.sistemamuseo.it
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